Il decreto del governo approvato venerdì 18 maggio 2013, definisce una serie di casi nei quali il pagamento dell’Imu viene sospeso per la prima rata prevista il 17 giugno.
Pertanto è bene registrare che non si tratta di una abolizione definitiva, bensì di una sospensione, in attesa di una ridefinizione della tassazione sulla casa che dovrà essere fatta entro il prossimo mese di agosto. Se il governo non riuscirà a mantenere l’impegno, la prima rata ora sospesa – sempre riferita alla prima abitazione – potrebbe essere chiesta ai contribuenti il 16 settembre.
Anche per gli agricoltori ed i semplici proprietari terrieri il decreto del governo offre un attimo di respiro. Salta anche per loro, infatti, il pagamento della rata di giugno dell’imposta dovuta per i terreni agricoli ed i fabbricati rurali.
Lo scorso anno abbiamo avuto modo di constatare come il 90% dei Comuni italiani non avesse avuto nessun riguardo nei confronti dei suoi concittadini iscritti all’Aire e residenti all’estero, rifiutando in toto la raccomandazione dell’allora governo Monti sull’assimilazione di almeno un appartamento (purché non locato) quale prima casa (abitazione principale).
Anche quest’anno i proprietari di più abitazioni o fabbricati diversi, come i negozi, sono probabilmente quelli che dovranno temere di più la riforma dell’Imu. Vale la pena di ricordare che le sole seconde case hanno portato nel 2012 un incasso complessivo di 7,9 miliardi di euro, esattamente un terzo del gettito complessivo garantito dall’Imu, con un versamento medio di 818 euro a testa.
Tuttavia sarebbe opportuno, onde evitare di pagare un salasso finale alquanto pesante per le tasche dei contribuenti, di procedere al versamento del primo acconto entro il 17 giugno, mentre il saldo a dicembre. Le persone interessate potranno prendere contatto con la sede del Patronato ACLI più vicina.