PACE CONTRIBUTIVA
Sono oramai lontani i tempi in cui il percorso lavorativo di una persona veniva definito dalla parola Carriera, ovvero una “via” o una progressione lineare in compiti e responsabilità all’interno della stessa azienda. I percorsi lavorativi del giorno d’oggi sono molto più complessi, talvolta accidentati, che portano le lavoratrici ed i lavoratori ad intraprendere strade diverse, attività varie, non sempre consecutive, spostarsi all’estero e così via. Può quindi capitare che, in funzione del percorso professionale seguito, l’estratto contributivo valido al fine del pensionamento in Italia, riporti dei “buchi”, ovvero dei periodi non coperti da alcuna contribuzione in Italia o in altri stati (come la Svizzera) convenzionati con l’Italia in ambito previdenziale.
È sempre consigliabile tenere sotto controllo lo stato della propria contribuzione previdenziale per evitare spiacevoli sorprese al momento del pensionamento. In quest’ottica, riteniamo utile portare all’attenzione dei nostri lettori e lettrici un istituto riproposto dall’Italia con l’ultima Legge di Bilancio e valido per il biennio 2024/2025: quello della Pace Contributiva.
Si tratta di uno strumento a disposizione di chi ha cominciato a versare i contributi dopo il 31/12/1995, che permette di aggiungere fino a 5 anni di contribuzione al proprio estratto tramite il riscatto di periodi non coperti da contribuzione.
Grazie a questa misura i lavoratori e le lavoratrici iscritte all’AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria) alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, commercianti ed artigiani e gli iscritti alla Gestione separata hanno la possibilità di aggiungere periodi contributivi non coperti da alcuna contribuzione, anche non continuativi, che varranno sia ai fini dell’acquisizione del diritto alla pensione, sia per il calcolo dell’assegno pensionistico. Questi periodi dovranno essere successivi al primo contributo pagato (che non potrà essere precedente al 1996).
Si tratta di uno strumento utile, non solo al fine del raggiungimento del requisito di anzianità contributiva (ad oggi 20 anni) ma anche perché queste lavoratrici/lavoratori avranno diritto ad un assegno pensionistico calcolato interamente nel sistema Contributivo, ovvero in funzione dei contributi effettivamente versati.
Il costo di questo riscatto verrà determinato, in base al numero di anni che si desidera riscattare, col metodo “a percentuale” previsto dal sistema contributivo facendo riferimento all’imponibile dei 12 mesi precedenti la data della domanda. È prevista la possibilità di rateizzare l’importo dovuto fino ad un massimo di 120 rate mensili, purché l’importo delle rate non sia inferiore a 30 euro e che il pagamento venga effettuato nella sua interezza entro la data di pensionamento. Per chi paga le tasse in Italia può essere interessante sapere che la spesa del riscatto potrà essere deducibile dal reddito complessivo.
Per saperne di più e per l’eventuale invio della richiesta all’INPS (entro il 31/12/2025), i nostri uffici in Svizzera sono a completa disposizione.
Ufficio Comunicazione e Stampa, Patronato ACLI Svizzera