APRIRSI AL CAMBIAMENTO - NUOVO CORSO DI FORMAZIONE ORGANIZZATO DA ACLI SVIZZERA

SCUOLA SOCIO-POLITICA DELLE ACLI DELLA SVIZZERA

3 (moduli) x 3 (fedeltà) x 3 (ACLI/Patronato/Enaip)

1 – PREMESSA

Il progetto intende riprendere e valorizzare l’esperienza dell’ultimo importante intervento formativo a favore dei dirigenti delle ACLI della Svizzera realizzato tra il 2005 e il 2006.

L’obiettivo principale è di favorire un naturale ricambio generazionale a diversi livelli.

Coscienti della necessità di promuovere sui nostri territori “luoghi formativi credibili” ci impegneremo nella costruzione di un percorso socio-politico che aiuti noi tutti a diventare parte attiva della comunità.

La Scuola Socio-Politica delle ACLI Svizzera vuole essere pertanto un luogo di crescita culturale, ispirato alle tre fedeltà delle ACLI, capace di favorire la formazione di cittadini responsabili, impegnati nello sviluppo del loro territorio. Una formazione ispirata alla centralità della persona e al bene comune può dare un serio contributo alla crescita sociale e, in quanto cattolici, abbiamo il dovere morale di portare il nostro contributo, sia critico che propositivo alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa evitando di adattarci passivamente alle diverse tendenze culturali e sociali che oggi convergono verso una visione sempre più materialista e pragmatica dell’esistenza umana. Questo approccio sarà tuttavia accompagnato dalla progettazione e realizzazione di iniziative concrete sul territorio. Al termine di ogni annualità è previsto un evento pubblico, durante il quale ci sarà la possibilità di presentare i risultati ottenuti e rilanciare i passi successivi.

Il presente progetto è complementare alle iniziative formative organizzate a livello di Circolo o Cantonali/Intercantonali.

2 – OBIETTIVI:

La Scuola Socio-Politica delle ACLI Svizzera si prefigge di:

• creare le premesse per il ricambio generazionale a tutti i livelli organizzativi;

• rafforzare il rapporto e le sinergie tra Movimento e Servizi;

• prendere consapevolezza delle potenzialità della nostra presenza sul territorio;

• stimolare la voglia di formarsi alla partecipazione e all’impegno attivo nel sociale, promuovendo nei nostri ambienti legami fiduciari e partecipazione attiva nel territorio di appartenenza;

• ricercare risorse e partner per progetti sociali a livello locale;

• fornire gli strumenti per realizzare concretamente progetti sul territorio e condividerli su scala nazionale.

3 – DURATA:

Il percorso è composto da tre sessioni in presenza, precedute da un incontro online per permettere al gruppo di conoscersi e condividere le aspettative.

1° Sessione: 2 e 3 Dicembre 2020

c/o ENAIP IB, Luzernerstrasse 131,

Lucerna (Littau).

Previsto pernottamento.

Incontro online: 25.11.2022, h 17:00

2° Sessione: 25 Febbraio 2023

c/o Liceo Vermigli, Herostrasse 7, Zurigo

Incontro online: 17.02.2023, h 17:00

3° Sessione: Aprile 2023

Basilea (da definire)

4 – DESTINATARI:

Giovani e adulti (“apprendisti aclisti” di ogni età) che hanno voglia diventare protagonisti nel proprio territorio mettendo a disposizione di esso le potenzialità e le competenze che saranno acquisite per favorire il bene comune. Sarà favorita la partecipazione dei dirigenti dei Circoli, delle realtà Cantonali/Intercantonali, nazionali, degli operatori e promotori sociali del Patronato ACLI Svizzera e dei formatori e dirigenti dell’ENAIP Svizzera. È attraverso i servizi che le ACLI danno spesso vita al movimento, in quanto i servizi, il Patronato e l’ENAIP in particolare, rappresentano il bacino di alimentazione e di coinvolgimento delle persone.

Le iscrizioni dovranno pervenire a segreteria@acli.ch entro il 18 novembre 2022. 

Il numero di partecipanti è limitato a 40, selezionati in ordine di arrivo e fino ad esaurimento posti. Non è richiesto nessun titolo di studio specifico.

I costi organizzativi e della formazione sono completamente a carico delle ACLI Svizzera.

Responsabile del Coordinamento Donne ACLI della Svizzera:
Barbara Sorce  – barbara@aperoand.com 

Formazione dirigenti

Non esiste praticamente settore del Movimento che non abbia la necessità di “formare quadri ed operatori che siano motivati e competenti rispetto al campo di impegno, ma anche soggetti attivi e responsabili di fronte alla ricerca e agli obiettivi politici del movimento”.

Per risolvere questo problema non è pensabile una formazione diluita, parziale, “una tantum”, bensì un percorso formativo articolato in più momenti e diffuso nel tempo e con dei contenuti specifici.

E’ quindi necessario un coinvolgimento di tutte le risorse, culturali, scientifiche, spirituali, da rendere disponibili nel progetto formativo, senza dimenticare la chiara volontà politica di investire risorse umane ed economiche.

Nelle ACLI le domande di “senso” intorno alla presenza del Circolo in un determinato contesto territoriale e di “partecipazione” come richiesta di socialità, di relazione, di appartenenza, sono alla base di ogni impegno formativo.

La risposta a questa domanda di fondo è data dalla realtà stessa nella quale operano le ACLI: da una parte (quella della partecipazione) si trova nella presenza di un luogo (il Circolo) in cui viverla, dall’altra (quella del senso) si trova in un percorso formativo permanente che porta la persona aclista da iscritto a partecipe a dirigente lungo un tragitto segnato da momenti di particolare intensità e significato, motivati e motivanti, mai banali.

Tutti, in quanto persone, sono chiamati a leggere i segni dei tempi, in uno scenario sempre più ampio, comunque volto ad un orizzonte più vasto delle ACLI, perché tutti sono toccati da nuove forme di relazione, di socialità, di appartenenza.

 

Responsabile del Coordinamento Donne ACLI della Svizzera:
Barbara Sorce  – barbara@aperoand.com 

Responsabile del Coordinamento Donne ACLI della Svizzera:
Barbara Sorce  – barbara@aperoand.com 

Un momento fondamentale è tuttavia legato al passaggio dall’ “essere parte” al “prendere parte”, cioè dall’assumere passivamente (anche se consapevolmente, in quanto atto di libera scelta) le indicazioni dei mutamenti, con la conseguenza di giocare prevalentemente in difesa, in una sorta di fatalismo esistenziale, al ripensare e condividere e governare attivamente i passaggi che portano ad uno sviluppo autenticamente associativo, che conferisca senso e spazio, e quindi crei le premesse per un’appartenenza consapevole e soprattutto coinvolgente e profondamente educativa.

Un simile processo non può essere ipotizzato senza la volontà di recupero di autonomia di senso, di pratica sociale, di lettura di ciò che siamo e dove vogliamo stare ed operare.

Da qui deriva dunque l’esigenza di percorsi formativi in grado di soddisfare le attese dei singoli e di accompagnarli, attraverso un lavoro paziente e convincente, ad assumere quel ruolo che ne determini e ne giustifichi la crescita e la consapevolezza di avere avuto dei talenti da gestire e da ben amministrare nell’azione sociale quotidiana, nel realizzare quindi la “vocazione” a rendere meno faticosa la costruzione di esperienze attive di valore comunitario.

Lo scopo è proprio quello di offrire un’ulteriore occasione per ripensare al proprio “essere aclisti” (“sentirsi parte”), uno strumento per programmare percorsi di dialogo, di riflessione e di confronto, ma soprattutto di iniziative, perché si passi dai progetti alla loro realizzazione, dalla consapevolezza di una presenza alla capacità di costruire esperienze attive di valore comunitario (“prendere parte”).

Non esiste praticamente settore del Movimento che non abbia la necessità di “formare quadri ed operatori che siano motivati e competenti rispetto al campo di impegno, ma anche soggetti attivi e responsabili di fronte alla ricerca e agli obiettivi politici del movimento”.

Per risolvere questo problema non è pensabile una formazione diluita, parziale, “una tantum”, bensì un percorso formativo articolato in più momenti e diffuso nel tempo e con dei contenuti specifici.

E’ quindi necessario un coinvolgimento di tutte le risorse, culturali, scientifiche, spirituali, da rendere disponibili nel progetto formativo, senza dimenticare la chiara volontà politica di investire risorse umane ed economiche.

Nelle ACLI le domande di “senso” intorno alla presenza del Circolo in un determinato contesto territoriale e di “partecipazione” come richiesta di socialità, di relazione, di appartenenza, sono alla base di ogni impegno formativo.

La risposta a questa domanda di fondo è data dalla realtà stessa nella quale operano le ACLI: da una parte (quella della partecipazione) si trova nella presenza di un luogo (il Circolo) in cui viverla, dall’altra (quella del senso) si trova in un percorso formativo permanente che porta la persona aclista da iscritto a partecipe a dirigente lungo un tragitto segnato da momenti di particolare intensità e significato, motivati e motivanti, mai banali.

Tutti, in quanto persone, sono chiamati a leggere i segni dei tempi, in uno scenario sempre più ampio, comunque volto ad un orizzonte più vasto delle ACLI, perché tutti sono toccati da nuove forme di relazione, di socialità, di appartenenza.

Un momento fondamentale è tuttavia legato al passaggio dall’ “essere parte” al “prendere parte”, cioè dall’assumere passivamente (anche se consapevolmente, in quanto atto di libera scelta) le indicazioni dei mutamenti, con la conseguenza di giocare prevalentemente in difesa, in una sorta di fatalismo esistenziale, al ripensare e condividere e governare attivamente i passaggi che portano ad uno sviluppo autenticamente associativo, che conferisca senso e spazio, e quindi crei le premesse per un’appartenenza consapevole e soprattutto coinvolgente e profondamente educativa.

Un simile processo non può essere ipotizzato senza la volontà di recupero di autonomia di senso, di pratica sociale, di lettura di ciò che siamo e dove vogliamo stare ed operare.

Da qui deriva dunque l’esigenza di percorsi formativi in grado di soddisfare le attese dei singoli e di accompagnarli, attraverso un lavoro paziente e convincente, ad assumere quel ruolo che ne determini e ne giustifichi la crescita e la consapevolezza di avere avuto dei talenti da gestire e da ben amministrare nell’azione sociale quotidiana, nel realizzare quindi la “vocazione” a rendere meno faticosa la costruzione di esperienze attive di valore comunitario.

Lo scopo è proprio quello di offrire un’ulteriore occasione per ripensare al proprio “essere aclisti” (“sentirsi parte”), uno strumento per programmare percorsi di dialogo, di riflessione e di confronto, ma soprattutto di iniziative, perché si passi dai progetti alla loro realizzazione, dalla consapevolezza di una presenza alla capacità di costruire esperienze attive di valore comunitario (“prendere parte”).